Pino Im Circle
31-03-2022

«La sostenibilità fa parte del nostro DNA»

50 anni fa Vebego ha inaugurato la propria attività in Svizzera come parte di un gruppo internazionale a conduzione familiare con sede nei Paesi Bassi. La cultura aziendale prevede anche una particolare responsabilità nei confronti delle collaboratrici e dei collaboratori, come sottolinea Giuseppe Santagada, CEO della holding svizzera.

Molte aziende si stanno attualmente confrontando con le conseguenze della pandemia da Covid-19, anche nel vostro settore. Quello attuale è un buon momento per parlare di sostenibilità?

Sicuramente per parlarne non avremmo dovuto aspettare l’insorgere del Covid-19. La situazione è molto simile a quella della digitalizzazione: risulta ora evidente quanto sia grande la necessità di recuperare il terreno perduto anche nel nostro settore. E se, a questo punto, non capiamo ancora l’importanza della sostenibilità, allora non so cos’altro debba ancora succedere per farci comprendere quanto sfaccettato sia il nostro mondo. E non parlo soltanto da un punto di vista economico, ma anche da un punto di vista umano e ambientale. Sono convinto che, al giorno d’oggi, si riveli più che mai importante integrare il tema della sostenibilità in tutto il nostro modo di pensare, in modo che diventi una forma mentis a 360°. Questo vale anche per le aziende e i loro modelli commerciali.

Quali sono le esperienze della tua azienda in questo periodo così complesso? E in cosa consistono, attualmente, le sfide più grandi?

Le sfide sono molteplici, dal momento che il nostro è un portafoglio molto differenziato. Da una parte, durante l’emergenza da Covid-19 abbiamo continuato a offrire un contributo fondamentale in termini di gestione dei centri vaccinali e, grazie al nostro personale infermieristico, a livello di cura dei malati. Dall’altra, diamo lavoro ad addetti alle pulizie che operano presso l’aeroporto o gli ospedali; inoltre i nostri team includono custodi, tecnici e anche addetti alla sicurezza operanti presso i vari centri di accoglienza. Tutti questi collaboratori temono di contagiarsi con il virus. La più grande sfida è quindi quella di sostenere in questo ambito le nostre collaboratrici e i nostri collaboratori, ad esempio, ricorrendo a misure di sicurezza e a corsi di formazione, in modo da fornire loro la certezza di poter svolgere il loro lavoro in un ambiente sicuro.

Per le tue collaboratrici e i tuoi collaboratori «sostenibilità» significa anche poter fare affidamento su un posto di lavoro sicuro?

All’inizio dell’emergenza da Covid-19 anche noi siamo stati costretti a introdurre il lavoro ridotto, dal momento che, in alcuni casi, le attività commerciali di molti nostri clienti avevano subito una drastica diminuzione.

In tale situazione le collaboratrici e i collaboratori erano comprensibilmente preoccupati in merito a cosa sarebbe successo sia a loro che all’azienda. Si tratta di aspetti che, come azienda a conduzione familiare, ci stanno molto a cuore. Per Vebego una cosa era chiara fin da subito: non ci sarebbero stati licenziamenti, non avremmo licenziato nessuno per via del Covid-19. E abbiamo tenuto fede a questa nostra promessa, correndo anche il rischio di registrare, per un periodo di tempo, una riduzione dei guadagni e, nel peggiore dei casi, persino dati negativi. Penso che questo sia un aspetto di cui possiamo essere fieri.

Quali obiettivi vi siete prefissati per quanto riguarda il tema della sostenibilità?

Ci orientiamo sulla base dei «Sustainable Development Goals» (obiettivi di sviluppo sostenibile) delle Nazioni Unite. Anche Vebego prende parte a questa iniziativa e compare nell’elenco delle 500 migliori aziende. Nello specifico, ci concentriamo su tre obiettivi: «Salute e benessere», «Posti di lavoro di qualità e crescita economica» e «Agire per il clima». A livello di direzione del gruppo internazionale, per la prima volta abbiamo ora assunto la figura di Head of Impact che ci supporterà nell’attuazione di tali obiettivi, sia a livello interno che esterno. Dal nostro punto di vista una cosa è chiara:

intendiamo assumere, insieme alle nostre collaboratrici e ai nostri collaboratori, un ruolo attivo in termini di sostenibilità. Il nostro impegno non è mirato a un profitto economico, bensì a un «Social Return On Investment» (ritorno sociale sull’investimento).

Per il vostro gruppo avete definito delle disposizioni precise?

Sì, recentemente abbiamo deliberato una nostra strategia «Impact», che ora dovrà essere attuata presso le singole sedi del gruppo. Concretamente, abbiamo in programma, ad esempio, di ridurre a zero le emissioni di CO2 in tutti i settori entro il 2030.

È realistico?

Ciò che risulta fondamentale è mostrare da parte nostra un chiaro impegno e orientare tutti i nostri obiettivi e tutte le misure in tal senso; il fatto che, nel giorno prefissato, l’obiettivo venga raggiunto al 100% rappresenta invece un aspetto secondario. Più importante si rivela infatti perseguire con convinzione e coerenza la strada prescelta.

Quali misure ha adottato finora Vebego?

In azienda, abbiamo innanzi tutto definito esattamente cosa significa per noi «neutralità climatica» e quali possibili soluzioni si prospettano a livello pratico. Su questa base, ad esempio, abbiamo deciso di sostituire con auto elettriche la nostra flotta di veicoli esistente in Svizzera entro i prossimi tre anni. Inoltre, analizziamo nel dettaglio il funzionamento di tutti i nostri edifici, tra cui entrambe le nostre sedi centrali in Svizzera, al fine di incrementarne l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di CO2.

Quale ruolo gioca, anche in un’ottica di sostenibilità, il fatto che Vebego sia un’azienda a conduzione familiare?

Gioca un ruolo fondamentale! Rispetto alle aziende quotate in borsa, le aziende familiari hanno un orizzonte temporale completamente diverso, sia per quanto riguarda i vantaggi che gli svantaggi. Ovviamente è anche fondamentale produrre risultati sul breve termine nelle varie attività commerciali quotidiane ma, nella gestione del gruppo, possiamo orientarci a più lungo termine, nell’ambito di fasi comprese tra i 10 e i 15 anni. E questo offre quindi alla nostra azienda, che quest’anno festeggia i suoi 50 anni di attività in Svizzera, maggiori possibilità per definire i nostri progetti, senza la pressione di dover costantemente effettuare cambiamenti a breve termine e secondo modalità meno sostenibili.

Un ulteriore aspetto legato alla sostenibilità è quello della conservazione delle risorse. Anche in questo senso Vebego ha sviluppato un piano preciso:

l’aspetto prioritario è impiegare le risorse materiali secondo una modalità quanto più possibile rispettosa dell’ambiente e ottimizzata, e questo fin dalla pianificazione dei trasporti e di altri processi logistici. In tal senso, tutto ruota intorno al tema della mobilità e al grande quesito: come risparmiare ancora più energia diminuendo costantemente il consumo di carburante e di materiali? Tuttavia, ciò che sicuramente non vogliamo è tagliare posti di lavoro. Abbiamo quindi istituito anche dei nuovi modelli di lavoro, che contribuiscono a impiegare le risorse umane in modo più sensato e ottimale.

Questo rientra nella vostra cultura aziendale?

Potrà forse suonare filosofico: oltre ad essere un’azienda che, ovviamente, deve generare reddito, ci concepiamo anche come un’organizzazione che si fa carico di quella responsabilità che consente alle nostre collaboratrici e ai nostri collaboratori di perseguire il loro sviluppo a livello personale e di trovare un significato nella loro vita. Tutto questo è parte del nostro DNA. Per questo diamo anche grande importanza alle opportunità di lavoro part-time e ai valori della diversità e dell’inclusione. Desideriamo infatti offrire un posto di lavoro anche a coloro che oggi faticano a inserirsi nel mercato del lavoro. Con l’azienda Balance, nei Paesi Bassi siamo infatti il più grande datore di lavoro per tutte le persone che, attualmente, sono tagliate fuori dal mondo del lavoro. Tutti gli impegni da noi portati avanti nei vari settori sono stati molto apprezzati e condivisi dalle nostre collaboratrici e dai nostri collaboratori. Ed è per questo che, nel 2020, siamo stati insigniti del riconoscimento «Great place to work».

I vostri sforzi nell’ambito della sostenibilità si limitano al mondo Vebego o generano anche degli impulsi che vanno oltre i confini aziendali?

Vebego finanzia, ad esempio, una propria fondazione volta a promuovere progetti di cooperazione allo sviluppo. In concreto, si tratta di progetti che ci stanno molto a cuore, portati avanti in Marocco e in Sri Lanka dove, insieme alle collaboratrici e ai collaboratori provenienti da vari paesi, stiamo costruendo edifici scolastici in modo da offrire ai bambini un futuro migliore. Anche questo rappresenta per noi un impegno in termini di sostenibilità nonché un impatto positivo.

Quale significato riveste per te la parola «sostenibilità»?

Ho due bambini che, in tutti questi ambiti, mi pongono continuamente di fronte a delle sfide e mi inducono a chiedermi cosa sia davvero importante. Il senso è quello di offrire un mondo migliore a loro e alle generazioni future, anche se questo suonerà forse un po’ patetico. La sostenibilità non è mai un processo concluso, ma rappresenta un percorso che ci accompagnerà per generazioni. Per questo dovremmo cercare sempre di concepirla come una parte integrante della nostra quotidianità lavorativa. E questo vale soprattutto per gli imprenditori e i dirigenti che, in tal senso, devono rappresentare un esempio per tutti.

Vebego @ NZZ (solo in tedesco)

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